La voce di qualità nelle telefonate VoIP

Qualità telefonate VoIP
La qualità nelle telefonate VoIP

Una cosa è fondamentale all’interno dell’ecosistema della comunicazione, ovvero il riuscire a comunicare.
Vista così potrebbe sembrare una frase banale ma riflettendoci un attimo non lo è per nulla: quando nacquero i primi modem, oppure diciamo quando l’evoluzione ci portò all’interno dei computer i modem a 56k, si poteva comunicare certo, ma non la si poteva chiamare società dell’informazione ne tanto meno si poteva nemmeno immaginare che cosa fosse la comunicazione che viviamo oggi.
Allo stesso modo, le telefonate via IP erano virtualmente impossibili a causa del lag, del ritardo o della qualità bassissima della comunicazione stessa.
Proprio qua sta il punto: ad oggi visto che le nostre reti sono abbastanza veloci da passare tutti i dati voce che vogliamo, quello verso cui dobbiamo andare è il miglioramento della qualità del segnale stesso, di quello che in definitiva si traduce come migliorare la nostra voce attraverso i dispositivi.
Le condizioni di traffico sulla rete, infatti, possono far sì che i pacchetti trasmessi dalla sorgente arrivino a destinazione in un ordine differente, subiscano ritardi variabili oppure vengano perduti. Uno dei metodi comunemente impiegati per ripristinare la sequenza corretta dei pacchetti e per minimizzare gli effetti della variazione del ritardo di propagazione — il cosiddetto jitter — consiste nell’utilizzare i jitter buffer.
Nonostante la diffusione del loro utilizzo, non esiste alcuna specifica standard per l’implementazione dei jitter buffer, come d’altronde non esiste un’unica soluzione che vada bene in ogni situazione, essendo la gestione dei jitter buffer strettamente correlata all’applicazione in esame e alle condizioni in cui viene utilizzata. “ (fonte)
Vediamo quindi che la strada da seguire è quella del migliorare quello che i nostri sensi possono percepire e fare si che questo avvenga con degli algoritmi matematici ed informatici è del tutto normale in quella che è davvero diventata la società dell’informazione a tutti gli effetti.

Reti wireless non protette: la paura corre sulle Google Cars

reti wireless non protette
Le reti wireless spesso non sono protette.

La sicurezza informatica passa anche, anzi forse soprattutto, dalla protezione delle nostre reti domestiche.
Come sappiamo tutti una rete wi fi di casa può essere protetta attraverso una password oppure lasciata “aperta”: con la prima soluzione siamo noi a decidere quali device si dovranno “accoppiare” al router per poter accedere alla Rete in modalità wireless mentre nella seconda ipotesi anche il nostro vicino di casa potrà navigare con la nostra linea, a nostre spese e mettendo a rischio la nostra sicurezza.
Una buona norma è quindi far si che i nostri router casalinghi siano sempre protetti per evitare che altre persone a noi sconosciute ci “rubino banda” e possano andare a navigare in siti non troppo raccomandabili: se il nostro vicino naviga sul nostro router verso un sito di pedofilia come faremmo a dimostrare la nostra discolpa alla polizia postale in caso di eventuale indagine?
Bene, se i rischi sono concreti, lo sono ancora di più alla luce degli ultimi fatti che riguardano leGoogle cars, ovvero le macchine di Google che sono in giro per il mondo a mappare il pianeta e per mostrarcelo come se tutto fosse dietro casa:
“Sull’onda delle proteste in Germania e un caso “d’infedeltà coniugale” scoperto via Street View in Italia, il Garante italiano ha stabilito le regole per le Google Cars. Google dovrà pubblicare anche sulle pagine della cronaca locale (almeno due quotidiani) e avvisare su un’emittente radiofonica il percorso delle Google Cars nelle città più grandi, rendendo noti i dettagli del percorso all’interno nei quartieri. L’avviso dovrà essere dato con tre giorni d’anticipo. (…) Con un software le Google cars avevano non solo raccolto foto per le mappe “all’altezza della strada”, ma anche frammenti di comunicazioni elettroniche (e-mail eccetera) trasmesse da utenti che usavano reti Wi-Fi non protette.” (Fonte)
E la vostra rete domestica è protetta? Se non lo è o se volete consigli sul come fare per proteggerla al meglio contattateci pure!

Liberiamo il Wi Fi

liberiamo il wi fi
Connessioni WIFI libere

Sarà deformazione professionale dovuta al fatto che ci occupiamo di reti wireless e di soluzioni VoIP ma non riusciamo ad essere indifferenti a tutto quello che sta accadendo attorno alla liberalizzazione o meno delWi-fi e dell’abrogazione del decreto Pisanu.
Come dicevamo la scorsa settimana, sono giorni di grande fermento, fermento dovuto al fatto che pare si sia arrivati ad una “resa dei conti” o almeno al momento in cui si deve prendere una decisione seria sul come regolarizzare il discorso del Wi fi in italia.
Scrivevamo la scorsa settimana: l’abrogazione di una legge di per se non perfetta e tecno-fobica non è sufficiente a garantire la libertà all’interno dell’ambito delle reti wireless perché il nostro ordinamento, nel bene e nel male, cinge comunque il problema e lo incanala a prescindere dall’articolo 7.
La soluzione al problema non può che venire dall’organizzazione congiunta del problema stesso e dall’implementazione di un sistema di identità digitale valido, che sia una firma elettronica internazionale, un OpenID o un qualunque sistema comune che identifichi ma che non violi la privacy di nessuno.
Oggi torniamo sull’argomento per aggiungere un quid, per dare ulteriori informazioni al lettore interessato e per cercare di fare ulteriore chiarezza su una questione che a noi e a chi usa Internet in Italia, sta particolarmente a cuore:
Non si tratta di abrogare l’articolo 7 del Decreto Pisanu, ma di migliorarlo, semplificando e garantendo la cybersecurity”, spiega Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy.“Con la nostra proposta di legge, pensiamo ad un sistema più snello e meno burocratico: sostituire la licenza, che oggi i gestori di wi-fi in esercizi pubblici devono richiedere al questore, con una mera denuncia ad effetto immediato. In più, cancelliamo l’onere di documentazione cartacea e di acquisizione dei dati anagrafici degli utilizzatori, ma stabiliamo l’obbligo, per i gestori delle reti wi-fi a disposizione del pubblico, di proteggerle da accessi abusivi e da intrusioni illecite”. Fonte
Come si dimostra nuovamente, c’è davvero grande attesa attorno a questa norma, norma che è nata da un politico (o da un insieme di politici) del tutto a digiuno di conoscenze informatiche e di rete e norma quindi che ci ha catapultato in una situazione del tutto diversa da quella vissuta negli altri Paesi del mondo.

Skype 5 e Facebook fusi in un software

facebook e skype in un software
Facebook e Skype integrati in un unico software

Skype si sa è il più famoso, utilizzato e probabilmente il più performante software per la comunicazione VoIP che si conosca sul pianeta, e rappresenta uno standard de facto per quello che riguarda il comunicare in voce via IP tra utenti “comuni”.
Facebook, in modo parallelo e similare, è il social network più usato del mondo, conta oltre mezzo miliardo di iscritti, è talmente grande da non poter nemmeno più essere considerato un sito e, anche lui, è lo standard de facto dei social network, almeno in Italia, considerando che un navigatore su 3 ha un profilo sul social blu.
Bene, questi due colossi si sono guardati, si sono ammiccati e, dopo essersi innamorati, si sono “fusi” nella versione 5 del software Skype.
Gli utenti collegati a Skype potranno fare tante operazioni, esattamente come quando sono connessi al social, tra cui ad esempio:

  • controllare gli aggiornamenti dei post e dello status degli amici
  • commentare e assegnare il classico ”Mi piace” direttamente da Skype

Attraverso la rubrica di Facebook sarà poi possibile chiamare ed inviare messaggi ai propri contatti con pochi clic, e se il contatto Facebook è anche un contatto Skype è possibile effettuare una chiamata gratis Skype-to-Skype.
Insomma, parliamoci chiaro, ormai Facebook ha invaso ogni parte della nostra vita, sia lavorativa sia privata, e siccome anche Skype nelle ore di lavoro e per lavoro, risulta essere abbastanza stressante, ci potrebbe essere chi non ha voglia o tempo di seguire lo stream di Facebook oppure non è semplicemente interessato alla cosa.
Allora come si fa, visto che il sistema è integrato nella nuova versione?
Semplice, visto che la piattaforma è stata “scritta bene” il modulo Facebook è disattivatile seguendo queste istruzioni:

Disabilita Facebook News Feed:

Apri la tua “Home Page” di Skype nella sezione Facebook e seleziona il bottone “Disabilitare Feed News”

Nascondi la barra di Facebook dal menu:

Dal menu “Visualizza” deseleziona “Aggiornamenti Facebook”

Interrompi la connessione con Facebook

All’interno della tua pagina di Facebook, Scegli “Impostazioni per la Privacy” > “Applicazioni, Giochi e Siti Web” e seleziona il pulsante “Modifica impostazioni”.

Poi “Modifica impostazioni” per Skype.

Da qui puoi disabilitare parzialmente l’accesso da Skype o selezionare “Rimuovi applicazione” per interrompere definitivamente la connessione tra i due.
 
Per vedere le istruzioni con le immagini andate all’articolo originale a questo indirizzo.

Wi-Fi libero, ma come?

WiFi libero in Italia
Speranza: WiFi libero anche in Italia

Il Wi-fi o Wireless Fidelity è un termine che indica dispositivi che possono collegarsi a reti locali senza fili (WLAN) basate sulle specifiche IEEE 802.11: di fatto si tratta di un protocollo di comunicazione senza fili, ossia wireless.
Ora, tutti sappiamo bene quali potrebbero essere le grandi opportunità che si avrebbero se fosse “liberalizzato” il campo dalla burocrazia e dal terrore che la politica ha nei confronti delle nuove tecnologie, ma per capire davvero quello di cui stiamo parlando dobbiamo fare un passo indietro.
In Italia si prevede l’obbligo di chiedere una licenza per installare wi-fi in luoghi aperti al pubblico, nonché l’obbligo per il gestore di chiedere il documento d’identità dell’utilizzatore per acquisirne i dati anagrafici e tutto questo è sentenziato nell’articolo 7 del decreto Pisanu del 2005, articolo soggetto ad una discussione per l’abrogazione proprio in questi giorni di grande fermento.
Ma se da un lato l’abrogazione fine a se stessa non avrebbe effetti benefici sulla norma, dall’altro la norma stessa è superata e deve essere modificata per portare l’Italia al passo dei Paesi informatizzati nostri concorrenti nel mercato globale.
Vediamo la situazione nel dettaglio come spiegato in modo corretto, chiaro e pulito in questoarticolo:
“Abrogare non risolverebbe tutto, questo va detto e ricordato, per evitare illusioni e/o delusioni. Infatti, il Codice privacy, all’art. 34 e nell’allegato B, impone comunque ai soggetti che effettuano trattamenti di dati personali con strumenti elettronici, per fini non esclusivamente personali, di installare misure minime di sicurezza (…) Inoltre, i dati personali devono essere protetti contro il rischio di intrusione e dell’azione di programmi (…) mediante l’attivazione di idonei strumenti elettronici da aggiornare con cadenza almeno semestrale. Questo vale anche per le reti.
L’articolo 7 del decreto Pisanu, infatti, si regge sulla previsione di un doppio obbligo: quello all’ottenimento di una licenza per l’installazione di una rete wi fi pubblica e quello dell’identificazione documentale dei soggetti che vi accedono. Se quanto detto finora è vero, l’abolizione dell’art. 7 del Decreto Pisanu (…) non cancellerebbe il dovere di diligenza e prudenza dei gestori di wi-fi, dal momento che questi sarebbero comunque tenuti a proteggere le reti da intrusioni. Ciò comporterà, di fatto, che dovranno fornire agli utenti le credenziali per l’accesso e l’utilizzo della connessione. Non parliamo di sola Italia: in Germania, recentemente, è stata sanzionata una privata cittadina proprio perché non aveva protetto con password la propria rete wireless, consentendo a terzi sconosciuti di scaricare materiale protetto.
In secondo luogo è vero che ci sono esempi di Paesi attenti alla sicurezza i quali, malgrado ciò, non richiedono una preventiva licenza o l’identificazione dell’utente nelle wi-fi pubbliche: va ricordato, tuttavia, che spesso si tratta di Paesi in cui – a differenza dell’Italia, dove la protezione della riservatezza delle comunicazioni è forte – il potere esecutivo può “rastrellare” e filtrare, anche senza mandato giudiziario, i contenuti delle comunicazioni telematiche (es. Patriot Act in US). Cioè, si consente l’accesso senza controlli ma subito dopo si invade la privacy dei cittadini molto più pesantemente e per di più silenziosamente, senza avvisi, per ragioni di pubblica sicurezza.”
Insomma, l’abrogazione di una legge di per se non perfetta e tecno-fobica non è sufficiente a garantire la libertà all’interno dell’ambito delle reti wireless perchè il nostro ordinamento, nel bene e nel male, cinge comunque il problema e lo incanala a prescindere dall’articolo 7.
La soluzione al problema non può che venire dall’organizzazione congiunta del problema stesso e dall’implementazione di un sistema di identità digitale valido, che sia una firma elettronica internazionale, un OpenID o un qualunque sistema comune che identifichi ma che non violi la privacy di nessuno.
Il problema, come vedete, è più complesso di quanto non sembri.

Attacchi alle vostre reti VoIP: ecco come difendersi

VoIP e sicurezza
Mettere in sicurezza le proprie reti VoIP si può e funziona.

Prima di partire con questo pezzo è necessario fare una precisazione, visto che i termini sono importanti ed è bene mettere i paletti giusti, per capirci e per capire di cosa stiamo parlando.
Un hacker è una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse ma in tutti gli aspetti della sua vita.
Esiste un luogo comune, usato soprattutto dai mass media, per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici, la cui definizione corretta è, invece, “cracker”. (Wikipedia)
Insomma, se si parla di criminali informatici non si parla di hacker ma di cracker.
Detto questo appare chiaro, sempre più chiaro, che le reti informatiche interconnesse, siano esseWireless o reti LAN, Intranet o no, sono soggette a pericolosi attacchi ed anche chi non crede di essere soggetto ad attacchi in realtà lo è, in forme subdole e pericolose come ad esempio ilphishing.
Come ogni ondata di crimine che si rispetti nulla viene risparmiato, nemmeno il nostro amato VoIP e le soluzione per voce via IP di tutti i tipi, visto che all’aumentare del numero di persone che usano una tecnologia aumenta anche il numero di malintenzionati che ne voglio approfittare.
Quindi il grande boom delle soluzioni VoIP di questi anni è stata la spada di Damocle sulla testa del Voip stesso, paradossalmente, per quello che riguarda la sicurezza.
E allora come difendersi dagli attacchi dei cracker ai nostri sistemi?
Quello che emerge da uno studio del SANS l’anello più debole di tutta la catena non è però di carattere informatico ma riguarda le password deboli, associate dagli utenti ai propri account VoIP, che vengono facilmente catturate da malintenzionati.
Ecco quindi 4 accorgimenti che possono essere usati per limitare decisamente il pericolo di attacchi ai tuoi sistemi VoIP:

  • Rendi le tue password sicure: elimina le parole semplici, utilizza invece password lunghe con caratteri alfanumerici e simboli
  • Cambia la porta di ascolto del tuo sistema telefonico su una non standard (per SIP è la 5060/UDP)
  • Utilizza un buon firewall che blocchi le scansioni delle porte (vedi anche il progetto Failban)
  • Implementa meccanismi di blacklist per definire chi può accedere e chi no

 
Leggi l’articolo completo qui ma ricorda sempre queste 4 semplici regole fondamentali, se vuoi avere il tuo centralino telefonico al sicuro dagli attacchi.

VoIP e Wireless per monitorare la salute

Alcatel Lucent migliora la salute
Soluzioni Alcatel Lucent per la degenza e il monitoraggio negli ospedali

Spesso le nuove tecnologie vengono segnate in modo negativo dalla percezione che la gente ha nei loro confronti o dall’ignoranza che le avvolge, in quanto qualcosa che non si conosce tende a fare paura e a risultare ostile agli occhi dei più.
In alcuni casi, come ad esempio i Raggi X, le nuove tecnologie sono state sottovalutate, o meglio ne sono stati sottovalutati gli effetti indesiderati, ma per quello che riguarda le nuove tecnologie wireless e VoIP ad esempio le cose si stanno mettendo in maniera del tutto opposta.
Grazie a questi strumenti innovativi e potentissimi potremo monitorare i nostri muscoli ed i nostri organi interni semplicemente da un cellulare e senza l’ausilio di alcun filo:
Human++, realizzata da un team di ricercatori dell’Imec dell’Illinois, in collaborazione con altri studiosi danesi, tale applicazione, utilizzando alcuni sensori, è in grado di conoscere in tempo reale la situazione degli organi e dei muscoli del nostro corpo, rigorosamente in modalità wireless. (…) Il sistema, nato all’interno della cosiddetta Ban, la body area network, ha come scopo principale la creazione di piccole reti wireless in grado di interlacciare il corpo umano e i dispositivi medici, impiantanti al nostro interno, con un telefonino.
Insomma, forse è arrivato il momento di pensare alle reti wireless, alle telefonate via IP non solo come uno strumento di business ma come uno strumento medico, con buona pace di chi ha paura dell’innovazione

Il voip nella pubblica amministrazione

VoIP nella pubblica amministrazione
Il VoIP nella pubblica amministrazione per ridurre i costi

Sono anni che tutti parliamo di pubblica amministrazione lenta, di mancato interesse da parte dei politici nello sviluppo e nell’informatizzazione della stessa.
Sono anni in cui tutti, ma proprio tutti, non facciamo che dire che la PA è una idrovora da soldi incapace di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi, tempi che nell’era dell’informazione, sono decisamente “agili”, per usare un eufemismo.
Con Brunetta sembra che ci si sia dati una svegliata, o almeno molti dicono così, e quindi il ministro pare essere una buona testa di ponte per poter dirottare tutti noi dalla burocrazia cartacea a quella digitale.
Un motivo in più per credere che la strada intrapresa possa esser quella giusta è un accordo sulVoIP proprio di questi giorni:
Questo significa che saranno attivati e potenziati servizi volti alla semplificazione e all’accesso telematico ai servizi quali pagamenti elettronici, posta elettronica certificata e Voip (voce tramite protocollo internet). In base all’intesa inoltre la Regione Piemonte, si impegna tra l’altro a favorire la dematerializzazione dei suoi documenti e la circolarità’ delle banche sue dati nonché’ dello Sportello unico per le imprese.”
Insomma esiste la possibilità che in Piemonte una tecnologia che pare essere contraria ai poteri forti e quindi alle lobby perchè toglie loro potere economico, ovvero il VoIP, possa avere spazio per aiutare davvero i cittadini ad essere più vicini e meno schiavi della pubblica amministrazione.

Skype per Android

Skype per Android
Il famoso software Skype anche su dispositivi Android

Un’azienda che si occupa di soluzioni VoIP oltre che dicentrali telefoniche per aziende, non si può certo fare sfuggire una notizia così interessante: arriva Skype su Android.

Detta così potrebbe sembrare una cosa di poco conto ma facendo due passi indietro capiremo la portata della news: tutti i cellulari, o meglio gli smartphone oggi in circolazione, hanno un sistema operativo esattamente come i computer, è più questo sistema operativo è usato più è appetibile per lesoftware house.

Bene, i sistemi operativi più usati del pianeta in ambito mobile sono, nell’ordine, Symbian(quello di Nokia per capirci), RIM (quello di BlackBerry) e a sorpresa Google Android che ha superato Windows Mobileormai in fase calante da tempo.

Ora, alla luce di queste poche informazioni, e considerando che Android è passato da una quota di mercato dell’1,6% al 9,6% in un anno, si evince che lo sbarco VoIP di Skype sulla nuova piattaforma Google non sia affatto una operazione in sordina.

L’applicazione infatti è disponibile da poche ore ed è scaricabile direttamente dal Google Market.

Fino ad ora Skype era stato il grande assente tra le applicazioni disponibili sul market di Google. Assente si, ma non per tutti. Ad oggi erano già state rilasciate alcune versioni di Skype compatibili con Android, ma queste erano riservate soltanto ad utenti di certi paesi e/o abbonati con determinati operatori (…) Skype per Android porta con sè tutte le principali caratteristiche della versione desktop” Leggi il resto delle caratteristiche su erriko.it

Se vi fosse bisogno di chiarirlo un’altra volta, appare lampante che i sistemi di telefonia VoIP, dopo essere migrati in massa anche sui sistemi mobili, stanno divenendo (o potranno divenire) uno standard de facto per quello che riguarda la comunicazione cellulare, con buona pace delle grandi lobby telefoniche che si vedranno costrette a trovare nuovi e più moderni modelli di business.

Il digital divide ed il Wi Max 2

WiMax e dital divide
Il wimax per diminuire il digital divide

Uno dei grossi problemi del nostro Paese è la mancata corsa alla digitalizzazione che ci contraddistingue: pur rimanendo un’economia ad alto PIL rischiamo di restare indietro nella corsa alla digitalizzazione ed alla banda larga, corsa che in altri Paesi non è solamente in atto, ma diviene addirittura una legge dello stato.
In alcuni Paesi infatti, l’opportunità di accesso alla Rete viene considerata, legalmente, allo stesso livello della libertà di espressione e quindi deve essere garantita a livello statale.
In Italia le cose sono del tutto diverse nel senso che una classe dirigente poco lungimirante ed una lobby di aziende che hanno investito in vecchie tecnologie, fanno si che il digital divide rimanga un problema tipicamente italiano.
Eppure le soluzioni per cercare di alfabetizzare informaticamente anche coloro che non sono raggiunti da una centrale telefonica, esistono e sono alla portata di tutti, ma non solo, sono anche in grande e velocissima evoluzione.
Il Wi Max ne è l’esempio più lampante, ossia un tipo di tecnologia già bella che pronta da anni che permette di navigare 4 volte più veloci dell’UMTS e senza fili. Per non parlare del Wi Max 2…
 
Mentre in alcuni paesi WiMAX sta diventando la rete di nuova generazione per la telefonia cellulare, si veda il caso di Sprint e Verizon negli Stati Uniti, l’obiettivo di questa tecnologia è sempre stato quello di offrire banda larga via etere senza basandosi sull’esperienza accumulata con le reti Wi-Fi domestiche. Durante il Ceatec Japan 2010, che si sta tenendo in questi giorni a Tokyo, Samsung ha mostrato le potenzialità dell’evoluzione di questa tipologia di reti senza fili, ed esattamente il WiMAX 2 che dovrebbe diventare uno standard IEEE con il codice di riconoscimento 802.16m.
La velocità garantita da WiMAX 2 potrebbe toccare picchi fino a oggi considerati impossibili. Nella dimostrazione fatta al Ceatec Samsung ha raggiunto di 330 Mbps di velocità riuscendo a trasmettere un flusso video ad altissima definizione (Full HD) e 3D su quattro TV contemporaneamente.
 
La compatibilità con il “vecchio” Wi Max, l’enorme velocità di connessione e la distribuzione totale e che potrebbe raggiungere la Rete fanno di questa tecnologia una tecnologia del tutto rivoluzionaria, che però si deve scontrare contro il muro di gomma della politica e dell’economia.
Pensiamo, come azienda che gestisce sistemi integrati come soluzioni VoIP e centralini telefonici, che la conoscenza, il sapere che esistono alternative all’Internet di oggi, possa portare tutti noi a volere di più, con la conseguenza che lo Stato sarà costretto ad ascoltare la nostra voce.